Tempo fa abbiamo parlato del gabbiano Jonathan Livingstone e di come passò la propria esistenza cercando di migliorarsi fino ad arrivare là dove nessun gabbiano è mai giunto prima; oggi voglio raccontarvi una leggenda indiana e di come le credenze limitanti agiscono consciamente e inconsciamente su di noi...
Tanto, tanto tempo fa durante un'escursione in montagna un uomo trovò per terra un uovo d'aquila, lo prese e lo portò con sè. Giunto a casa lo mise nel nido di una chioccia.
Qualche tempo dopo l'uovo si schiuse, la piccola aquila crebbe insieme ai pulcini della covata credendo di essere un pollo. Per tutta la vita fece quello che facevano gli altri polli dell'aia. Non si azzardava a svolazzare più alto di qualche centimetro perché è così che fanno i polli. Si muoveva qua e là ma sempre all'interno dell'aia perché è così che fanno i polli.
Ma un giorno, vide una maestosa aquila volare sopra la sua testa e chiese ai polli più anziani ed esperti cos'è quella? E loro risposero è un'aquila, la regina di tutti gli uccelli, ma tu mettiti l'anima in pace, non potrai mai essere come lei, perché sei solo un pollo.
Così l'aquila fortemente convinta di essere un pollo non ci pensò più, e visse tutta la sua esistenza come un pollo.
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